Grazia M. Lisma, Islamistica e cultura medievale nei Quaderni del corso “Al Imam Al Màzari” di Mazara del Vallo

Lo scritto intende ripercorrere l’attività scientifica e le iniziative culturali che, a partire dal 1978, alcuni islamisti dell’Università degli Studi di Palermo e diversi altri studiosi e cultori del Medioevo siciliano, hanno svolto presso lo storico Liceo Classico “Gian Giacomo Adria” di Mazara del Vallo, attraverso la stesura di monografie, raccolte di Atti di singoli convegni, o traduzioni di testi poetici e in prosa di lingua araba, medievali e non (La descrizione dell’Italia nel Rawd al-Mitar di al-Himyari; l’antologia di Poesie di Ibn Hamdis e altri) periodicamente pubblicati nei Quaderni: strumenti, questi, di approfondimento, complementari ai corsi di lingua araba e civiltà islamica tenuti annualmente presso il liceo mazarese già dal 1976.
Entrambe le iniziative risultavano essere espressione di un progetto di ampie vedute, volto ad illustrare i momenti salienti della civiltà arabo-islamica e della storia della Sicilia: terza sponda del Mediterraneo romano ed arabo, ponte naturale e crogiuolo di civiltà.

Parole-chiave: Quaderni del corso “Al Imam Al Màzari”, islamistica, Medioevo siciliano, Mazara del Vallo.

Grazia Maria Lisma (Mazara del Vallo, 1973) si è laureata in Lettere moderne nel 2005, presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, discutendo una tesi in Storia della lingua italiana (relatore prof. Luca Serianni) dal titolo Sul lessico marinaresco dell’Ottocento. Ha collaborato, con oltre 50 retrodatazioni di termini marinareschi, all’edizione 2009 de Il Vocabolario della lingua italiana “Zingarelli” (v. Presentazione), Bologna, Zanichelli, 2009. Attualmente svolge un’attività di ricerca per l’ALS (Atlante Linguistico per la Sicilia) in collaborazione con il Dipartimento di scienze filologiche e linguistiche dell’Università degli Studi di Palermo. Tra le sue recenti pubblicazioni, si segnalano: Sul lessico marinaresco dell’Ottocento, in «Studi di lessicografia italiana», Rivista a cura dell’Accademia della Crusca, XXIV (2007), pp. 165-194, e Una nota a rilievo nelle forme della Scuola Poetica Siciliana. Madonna, dir vo voglio: l’icona di un transito, in «Mediaeval Sophia» 5 (gennaio-giugno 2009), pp. 141-146.

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Vincenzo M. Corseri, Nos ab eventus pendemus. Appunti su Nicola Cusano ed Enea Silvio Piccolomini

 

Lo studio intende tratteggiare alcuni aspetti del rapporto umano e intellettuale intercorso fra Nicola Cusano ed Enea Silvio Piccolomini a partire dalle esperienze condivise durante le movimentate fasi iniziali del Concilio ecumenico di Basilea (1431-1449). Entrambi rappresentano, seppure su piani operativi diversi, il meglio della cultura umanistica europea intervenuta, in un perfetto connubio di ‘vita attiva’ e ‘vita contemplativa’, a risolvere una tra le più complesse e drammatiche questioni politico-culturali del tempo. Ed è su questo sfondo che vengono a delinearsi le figure di questi due prelati che, in un certo senso, rappresentano la presa di coscienza della loro epoca.

Parole-chiave: Nicola Cusano, Enea Silvio Piccolomini, chiesa cattolica, concilio di Basilea, ecumenismo, umanesimo.

Vincenzo M. Corseri, nato nel 1976 a Castelvetrano (TP), si è laureato in filosofia presso l’Università degli Studi di Palermo. È redattore e segretario di redazione di «Schede Medievali» e «Mediaeval Sophia». Ha collaborato con la Facoltà Teologica di Sicilia alla redazione del Dizionario Enciclopedico dei Pensatori e Teologi di Sicilia. Secc. XIX-XX (Roma-Caltanissetta 2010). Attualmente sta svolgendo un dottorato di ricerca in Filosofia (XXIII ciclo) presso il Dipartimento di Filosofia, storia e critica dei saperi (FIERI) dell’Università degli Studi di Palermo, con una tesi sul linguaggio della concordantia nel pensiero politico-religioso di Nicola Cusano. Tra le sue recenti pubblicazioni, si segnala: Vis assimilativa e soggetto conoscente nell’umanesimo di Nicola Cusano, in L. Parisoli (a cura di), Il soggetto e la sua identità. Mente e norma, Medioevo e Modernità, Palermo, Officina di Studi Medievali, 2010, pp. 111-122.

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Laura Tutrone, Il compendio storico di Lope di Olmedo della Biblioteca Comunale di Palermo

Lo studio paleografico del codice 2 Qq C 62, conservato presso la Biblioteca Comunale di Palermo, consente di riportare alla luce un’opera poco conosciuta del monaco e riformatore spagnolo Lope di Olmedo (1370-1433).
Il volume contiene l'ampio compendio di storia greca e romana che il monaco gerolamita compose nel XV secolo e che oggi si conserva solo in altri due codici, oltre l'esemplare palermitano. Ad aumentare l'interesse per il manoscritto contribuisce, inoltre, la presenza della data e della firma del copista (23 agosto 1464, Francesco Mizio) nell'iscrizione dedicatoria posta nell'ultima carta dell'opera: la datazione esatta appare rilevante ai fini della descrizione tipologica dell'umanistica utilizzata che appare essere aperta alle esperienze di carattere corsivo.

Parole chiave: Lope di Olmedo, compendio di storia greca e romana, paleografia, data e firma del copista, umanistica.

Laura Tutrone, nata a Palermo nel 1984, nel 2007 si è laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Palermo e, nel 2010, ha conseguito la laurea specialistica in Filologia moderna presso la medesima università. In entrambi i casi ha discusso una tesi in Paleografia e Diplomatica (rel. Prof. Diego Ciccarelli).

 

Elena Scrima, La biblioteca dei Cappuccini di Francavilla di Sicilia alla fine del XVI secolo: libri e letture tra proibizioni e prescrizioni

Nel 1598 la Congregazione dell’Indice promosse la nota inchiesta volta a verificare l’allineamento delle biblioteche claustrali italiane ai dettami e agli indirizzi della Chiesa controriformista. Anche la modesta raccolta libraria dei Cappuccini di Francavilla di Sicilia fu oggetto di quella capillare iniziativa censoria. Quali letture animavano le giornate dei frati di un convento di provincia? La “libraria”, accanto a testi ortodossi, nascondeva edizioni proibite, suspecte o expurgande? Muovendo da questi interrogativi e avvalendosi degli strumenti della ricerca bibliografica e dell’indagine bibliologica degli esemplari sopravvissuti, il contributo vuol ricostruire la fisionomia di una biblioteca francescana di fine ‘500.

Parole chiave: Inchiesta della Congregazione dell’Indice, biblioteca cappuccina, censura libraria.

Elena Scrima si è laureata in Lettere moderne presso l’Università degli Studi di Messina. Ha conseguito il diploma di Bibliotecario alla Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari dell’Università di Roma “La Sapienza”. Attualmente è funzionaria presso la Biblioteca della Facoltà di Lettere e Filosofia di Messina. Il suo interesse si rivolge alla storia delle biblioteche francescane di area siciliana e allo studio della produzione messinese del XVIII secolo.

Rita Piraino, L’Epitome di Floro e il Breviarium di Festo della Biblioteca Comunale di Palermo

 

Il presente articolo nasce dallo studio paleografico e filologico del cod. 2 Qq C73, un manoscritto datato che si conserva oggi presso la Biblioteca Comunale di Palermo. L’analisi del manoscritto ha permesso di individuare le caratteristiche di una scrittura, la minuscola umanistica, che nel XV secolo ha predominato lo scenario paleografico. È emerso, inoltre, dallo studio attento delle peculiarità di scrittura presenti nelle due opere che costituiscono il manoscritto, che nonostante sia stato utilizzato lo stesso canone di scrittura, gli interventi personali dei copisti rendevano i testi autonomi tra loro. L’altro aspetto interessante di questo studio, è quello relativo all’ambito filologico: attraverso le edizioni critiche di entrambe le opere, è stato possibile giungere ad una collatio, da cui si è preso atto di quanto fosse stata ricca e variegata la tradizione manoscritta che ha trasmesso questi due brevi compendi di storia romana.

Parole chiave: Floro, Festo, umanistica, paleografia, filologia, compendio di storia romana.

Rita Piraino, nata a Palermo nel 1985, nel 2007 si è laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Palermo e, nel 2010, ha conseguito la laurea specialistica in Filologia Moderna presso la medesima Universtà. In entrambi i casi ha discusso una tesi in Paleografia (relatore prof. Diego Ciccarelli).

 

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