Oleg Voskoboynikov, Tre sguardi sull’arte medievale: a proposito dell'immagine in saggi di Olivier Boulnois, Jean Wirth e Jérôme Baschet


Questa postilla è dedicata a tre libri sull’arte medievale, pubblicati in Francia all'inizio del 2008, scritti rispettivamente da un filosofo, Olivier Boulnois, un medievista antropologo di formazione legoffiana, Jean Wirth, ed infine da uno storico dell'arte "chartiste" Jérôme Baschet. Si tratta di sintesi molto diverse, ma tutte e tre di grande interesse per gli storici e gli studiosi del Medioevo che si occupano dello studio dell'immagine. Non rappresentano una « storia » nel senso stretto del termine, cioè una sequenza cronologica di dati sull’argomento, ma ciascuno è, a modo suo, un tentativo metodologico che mira non solo alla descrizione ed all’analisi di monumenti o dottrine del passato, più o meno conosciuti, ma una riflessione sul proprio mestiere di studioso. Si tratta di testi carichi di quel grande pathos di rinnovamento che ha sempre animato le scienze umane in Francia e che ha contribuito all’espansione intellettuale francese degli ultimi decenni soprattutto negli studi medievali. L’autore cerca di dare una visione personale e critica delle tre opere, studiandone vantaggi e svantaggi metodologici.

Parole chiave: medieval Art, iconography, anthropology and aesthetics of the image.

Oleg Voskoboynikov, PhD, is now associate professor at the social history department of the Higher School of Economics, Moscow. He studied medieval history at the Medieval history departement of Moscow State Lomonossov University until his graduation in 2002. He was also student of Jean-Claude Schmitt at EHESS Paris from 1999 to 2006, when he graduated on the subject “Arts, savoirs et visions de la nature à la cour de Frédéric II”. Member of the Officina di studi medievali since 2005. He’s now working on the critical edition of “Liber particularis” by Michael Scot, and prepairs the publication of his thesis in the series of the Officina di studi medievali.

 

 

 

 

 

 

 

 

Pamela Gennari, A proposito di una recente raccolta di studi sulle esplorazioni geografiche fra Medioevo ed Età Moderna

Del 58° volume della rivista «Médiévales» si è cercato di porre in rilievo quegli elementi che meglio delineano l’impatto delle scoperte geografiche di epoca umanistica sul mondo della Cultura e del Sapere in alcuni Paesi dell’area mediterranea. Pertanto si è proceduto all’esame della prima delle due sezioni di cui si compone la raccolta - Humanisme et découvertes géographiques -, nella quale si tratta di alcuni testi e oggetti tipici del tempo, come i globi terrestri, i portolani e i mappamondi, capaci di dare non solo una visione particolare degli stessi, ma anche di ampliare la discussione al loro contesto storico di riferimento. Lo stesso si può dire degli scritti di autori quali Marco Polo, Angelo Poliziano, Antonio Pigafetta e Massimiliano Transilvano, a loro modo esponenti diretti del medesimo cambiamento ideologico e sociale.
Nella seconda parte invece, intitolata Essais et Recherches, sono raccolti contributi distanti dal tema suggerito dal titolo del volume perché essi si collocano, sulla linea temporale, in posizione arretrata, riuscendo tuttavia a dare un contributo fondamentale per la costituzione di un disegno più ampio e completo della “materia italiana”.

Parole chiave: Scoperte geografiche, Medioevo, Umanesimo, Marco Polo, Portolano, Carta geografica, Mappamondo, Devisement dou monde, Venezia, Francia, Fra Mauro, Antichità, Modernità, Sfera celeste, Cosmografia-cosmografo.

Pamela Gennari è cultore della materia di Filologia Romanza presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove dapprima si è laureata in Lingue e Letterature Moderne e Contemporanee Occidentali – titolo della tesi: Le thème de la révolte dans deux chansons de geste médiévales: «La Chanson de Roland» et «Raoul de Cambrai» - per poi specializzarsi in Filologie Medievali e Moderne con la tesi: «Dialogues de Saint Grégoire”. Volgarizzamento in prosa antico-francese dei “Dialogi” di San Gregorio Magno (ms. Paris, nouv. acq. fr. 1693)». Ha conseguito poi il titolo di Dottore di Ricerca in Filologia classico-medievale (2006-2009) con l’edizione critica commentata di una redazione veneziana quattrocentesca del “Milione” di Marco Polo («Milione»: redazione VB. Edizione critica commentata.). Ha ottenuto anche un assegno di ricerca in ambito filologico-digitale (“La tradizione manoscritta del Milione: per un catalogo digitale dei testimoni in volgare”).
Attualmente si occupa anche di ricerche testamentarie della Venezia del Trecento e del Quattrocento finalizzate alla ricostruzione della storia commerciale di alcune famiglie veneziane dell’epoca.

 

 

 

 

 

 

 

 

Flavia Buzzetta, Flavio Mitridate traduttore del Commento al “Cantico dei Cantici” di Gersonide. Su un recente volume della collana “Studi Pichiani” dell’Editore Leo S. Olschki

Nella presente “postilla” si offre una breve presentazione della pubblicazione del Commento al “Cantico dei Cantici” del filosofo ebreo Gersonide nella traduzione ebraico-latina quattrocentesca di Flavio Mitridate, a cura di Michela Andreatta, per i tipi dell’editore Leo S. Olschki. Si evidenziano taluni aspetti delle modalità di traduzione adottate da Mitridate, autore di varie versioni latine di opere ebraiche cabalistiche e filosofiche per conto di Giovanni Pico della Mirandola.

Parole chiave: Gersonide, Flavio Mitridate, filosofia ebraica medievale, Giovanni Pico della Mirandola.

Flavia Buzzetta ha conseguito la laurea in Filosofia presso l’Università degli Studi di Palermo e il dottorato di ricerca in Filosofia nella medesima Università, in cotutela con l’École Pratique des Hautes Études di Parigi. Si occupa di temi e problemi della magia medievale e della cabala cristiana rinascimentale, con particolare attenzione al pensiero di Giovanni Pico della Mirandola.

Denise Amato , Le tradizioni orali e popolari nella letteratura dei secc. XI-XIII. Il motivo dello “sciocco-furbo”

Le tradizioni orali e popolari hanno esercitato un’indubbia e costante influenza sulla letteratura medievale, sia in latino sia in volgare. Dopo una discussione introduttiva sul problema, ci si concentra su un motivo tradizionale e narrativo di grande diffusione: il motivo dello “sciocco furbo” (il trickster), che, all’interno della letteratura dei secc. XI-XIII, compare in testi mediolatini quali i Versus de Unibove, il De clericis et rustico, il Dialogus Salomonis et Marcholfi, e, soprattutto, nel Trubert di Douin de Lavesne, poemetto comico del sec. XIII che rappresenta un po’ la summa di tutte le tematiche peculiari del motivo dello “sciocco-furbo”.

Parole chiave: Tradizioni popolari; tradizioni orali; sciocco-furbo.

 

Denise Amato (Palermo 1980) si è laureata in Beni Demo-Etno-Antropologici presso la Facoltà di Lettere dell’Università degli Studi di Palermo con una tesi su Lo “sciocco-furbo” in alcuni testi medievali dei secc. XI-XIII. Si occupa dell’influsso esercitato dalle tradizioni orali e popolari sulla letteratura medievale.

Laura Tutrone, Il volume G I 5 della Biblioteca Francescana di Palermo: note e spunti sulla vicenda della famiglia Cozzo in Sicilia

Il volume G I 5, conservato presso la Biblioteca Francescana di Palermo all’interno del Fondo Naselli Flores e Guasconi, consente di riportare alla luce notizie intorno alla nobile famiglia Cozzo e ai suoi interessi economici in Sicilia. Si tratta di una filza di documenti privati notarili di varia tipologia e datazione (secc. XVII-XVIII) vergati in corsiva postumanistica: una tipologia di scrittura sostanzialmente derivata dall’umanistica corsiva, ma caratterizzata da alcuni elementi cancellereschi. Interessante appare la vicenda dell’immobile sito a Palermo in via del Pizzuto e concesso in enfiteusi a Natale Cozzo nel 1751. Le carte del volume offrono un’accurata descrizione dell’edificio e del sistema viario in cui esso era ubicato.

Parole chiave: Fondo Naselli Flores e Guasconi, famiglia Cozzo, documenti privati notarili, corsiva post-umanistica, via del Pizzuto.

Laura Tutrone nata a Palermo nel 1984, nel 2007 si è laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Palermo e, nel 2010, ha conseguito la laurea specialistica in Filologia Moderna presso la medesima Università. In entrambi i casi ha discusso una tesi in Paleografia e Diplomatica (rel. Diego Ciccarelli).